La nostra famiglia vive su questa collina da quasi 100 anni. Questa terra fa parte di noi, per questo la curiamo come una creatura viva: scegliendo le tecniche di lavorazione del terreno più naturali, analizzando a fondo il sottosuolo e le sue caratteristiche geologiche, studiando e ottimizzando la posizione delle vigne.
Viviamo di radici, crediamo nel miglioramento continuo.

A Gildo e Olivio Cavallotto non piaceva la situazione che si era venuta a creare negli anni ’60. Si era passati troppo velocemente dalla coltivazione naturale a quella chimica, con un proliferare di acaricidi, insetticidi, erbicidi e altri prodotti sistemici e invasivi che penetravano all’interno della pianta.
Così decisero di andare controcorrente, evitando l’uso di prodotti chimici e i loro effetti negativi sul vino, sul territorio e sulle persone.

E chiesero aiuto ai professori dell’Università di Agraria di Torino, dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Asti, dell’istituto Agrario di San Michele all’Adige e agli agronomi dei Coltivatori Diretti di Alba. Per creare un tipo diverso di viticoltura, per la prima volta sostenibile.

Siamo stati tra i primi a eliminare la poltiglia bordolese a base di solfato di rame. Al suo posto abbiamo usato ossidi e idrossidi di rame: da 6 a 8 volte più efficaci contro la peronospora. Significa che abbiamo ridotto di almeno 6 volte la quantità di rame accumulata nel terreno. E poi l’abbiamo eliminata del tutto.

Nel 1976 fu il momento di una nuova rivoluzionaria sperimentazione che assicurò, per la prima volta, una tecnica agronomica priva di prodotti chimici.
Tutto cominciò dalla lotta biologica contro il ragnetto rosso, effettuata reintroducendo nei nostri vigneti degli acari buoni, i fitoseidi, predatori naturali di questi infestanti.
Li abbiamo “importati” da alcuni vecchi vigneti abbandonati nel nord Italia dove non erano mai stati usati trattamenti chimici. Da allora, nei vigneti del Bricco Boschis si è ottenuta un’uva sana e genuina, senza sostanze chimiche di sintesi, nel rispetto dell’ambiente e della salute umana grazie al solo utilizzo di rame (idrossido) e di zolfo minerale di cava per il controllo rispettivamente della peronospora e dell’oidio.

Nel 1974 erano in pochi a parlare di ecologia, tutela dell’ambiente, coltivazione biologica e sostenibile. E noi iniziavamo la sperimentazione dell’inerbimento totale controllato nelle vigne, che dopo due anni era ormai uno standard della Tenuta Cavallotto. L’inerbimento spontaneo ha permesso di abolire l’uso degli erbicidi e della fresatura meccanica svolta da pesanti macchinari trainati da trattori che, oltre ad essere inquinanti, con il passaggio creavano un forzoso compattamento del suolo. L’inerbimento naturale crea tanti altri vantaggi. Combatte il fenomeno dell’erosione dovuto all’azione di ruscellamento dell’acqua durante i temporali. L’erba, trinciata da 2 a 4 volte all’anno, mantiene intatta la sostanza organica del suolo, rendendo gli strati superficiali ricchi di humus, ben strutturati, aerati, con decisivi vantaggi per la microflora batterica del sottosuolo.
Abbiamo riportato i nostri vigneti a madre natura. Lavoriamo bene insieme.

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Nel 2010 le sperimentazioni per una definitiva sostenibilità nel vigneto si sono concretizzate con la drastica riduzione dei trattamenti a base di rame, fino ad arrivare all’azzeramento totale.

Lo storico risultato è stato ottenuto ancora una volta grazie alla natura con l’utilizzo di oli essenziali di erbe e piante come salvia, edera, aloe vera, yucca, potentilla, quillaia e alcune specie di alghe. Opportunamente miscelati in soluzione acquosa e spruzzati sui vigneti, questi oli essenziali creano una protezione naturale contro la temibile peronospora.

Dal 2008 abbiamo introdotto nei nostri vigneti l’utilizzo di propoli, uno straordinario antibiotico naturale prodotto dalle api che usiamo efficacemente contro la Botritis. Un altro componente naturale è la farina di senape in aggiunta allo zolfo di cava in polvere contro l’Oidio.

Tecniche innovative e, soprattutto, biologiche, abbinate ad attente pratiche agronomiche per esaltare la qualità dell’uva: alto numero di viti per ettaro, potatura a Guyot con poche gemme per pianta e diradamento dei grappoli.

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Siamo soddisfatti di poter dire che l’uva prodotta nei nostri vigneti è di assoluta genuinità e qualità. Da decenni. Ma vogliamo migliorare ancora. Per questo continuiamo a sperimentare l’uso di prodotti naturali e di pratiche agronomiche che non prevedano macchine e trattori. Per migliorare il nostro lavoro, il nostro vino, la nostra vita.